Il tango argentino come ballo

Il ballo del tango nasce da un abbraccio, l'abbraccio di due sconosciuti che si muovono al ritmo intrigante delle note con forza e passione. Agli inizi del 1900 il tango è un ballo proibito, secondo molti un eccesso, un darsi alla lussuria, e viene per questo motivo praticato in luoghi segreti. Ma i successi indiscussi degli spettacoli portati in Francia, in America e nella altre regioni dell'America Latina, cambiano negli anni successivi l'approccio a questo ballo che, da proibito, diventa amato e conosce una grande diffusione anche nei diversi strati sociali. Il tango è ballato nei lussuosi Cabaret e nei salotti della Buenos Aires colta e raffinata, così come nelle "Milonghe", locali più poveri di periferia e alla portata di tutti. Il successo internazionale del tango e la possibilità di diffondere questo tipo di danza e musica, grazie agli spettacoli itineranti, concedono allo stile di ballo un'evoluzione tecnica molto elevata, con la conseguente elaborazione di coreografie sempre più spettacolari ed affascinanti.

Negli anni '60 il tango subisce nella stessa Buenos Aires un deciso calo di interesse per ricevere un nuovo impulso negli anni '80, soprattutto grazie al successo dello spettacolo "Tango argentino" di Claudio Segovia e Héctor Orezzoli portato anche a Parigi e Brodway, che consacra Buenos Aires a capitale del tango. Attualmente il tango è suddiviso in due categorie, "scenario" e "salon" e ogni anno a Buenos Aires viene organizzato un torneo internazionale, per entrambe le categorie, al quale partecipano ballerini provenienti da tutto il mondo.

Una delle coppie più celebrate del tango argentino professionale è quella composta da Juan Carlos Copes e María Nieves. Insieme a loro i Dinzel che, pur avendo calcato le scene come coreografi e artisti, scelgono successivamente la via dell'insegnamento e della ricerca del tango come danza popolare Argentina.

Negli anni '90 Miguel Ángel Zotto e Milena Plebs fondano la Compañía "Tango x 2", creando grande interesse verso il tango, soprattutto da parte dei giovani. Il loro percorso attinge molto dal linguaggio tradizionale ma lo rinnova in un processo di ricerca di stili differenti. Nel 1998 Milena Plebs lascia la compagnia per dedicarsi al proprio cammino di ricerca personale e all'analisi delle varie sfaccettature del tango. Alla fine degli anni '90, ballerini come Norberto Pulpo Esbrez, Gustavo Naveira, Fabián Salas e Chicho Frumboli si fanno avanti nella rivendicazione di un tango più libero e di improvvisazione ed inaugurando una nuova fase di studio.

Il tango è un ballo costruito intorno a tre componenti fondmantali: abbraccio, camminata lenta ed improvvisazione. Ma al di sopra di tutto il tango resta un linguaggio per il corpo, attraverso il quale è possibile trasmettere sentimenti ed emozioni. Non esiste altra danza che generi una connessione così intima tra due persone, fisicamente ed emozionalmente. E' questo che fa la differenza nel tango argentino, l'ascolo del proprio partner, unico mezzo per riuscire a completare un ballo concedendosi a passi e adorni guidati dall'abbraccio stesso e comandati attraverso di esso, nell'atto della costruzione di una coreografia improvvisata. Il tango è una danza che trascende e raggiunge i cuori di coloro che osservano una coppia di ballerini, grazie ai sentimenti che questi mettono in gioco durante l'esecuzione di un brano. Ogni strofa musicale, ogni passaggio, ogni tango rappresente epoche diverse. Cadenze tristi, allegre, euforiche, sensuali, silenziose, espressioni tutte di sentimenti portati in movimento dai ballerini attraverso il loro corpo ed i loro piedi.