Storia del tango argentino

Le origini

Le origini culturali attorno alle quali trae origine il tango sono molteplici. Si assiste ad una perfetta fusione di espressioni africane, europee e latino americane. Il tango nasce come un ibrido ma completamente rinnovato ed originale nello stile, nella musica e nelle parole, diversamente ad altre realtà culturali, ben più radicate e vicine alla tradizione popolare, dalle quali il tango attinge elementi. E' difficile ricondurre la nascita del tango ad un periodo ben preciso, così come è difficile ricostruire un definito iter culturale che ne da i natali e ne accompagna l'evoluzione. La storia vuole che sia nato nelle carceri degli immigrati, nei porti, tra i bordelli, esercitato da prostitute come strumento di seduzione ed intrattenimento dei propri clienti, dei quartieri poveri delle città di Buenos Aires, Montevideo e Rosario. In un simile contesto ebbero modo di fondersi diverse forme musicali (candombe, payada, milonga, habanera, tango andaluso, polca, vals, etc.), di ispirazione popolare provenienti dai popoli più disparati (africani, gauchos, coloni hispanici, indigeni, italiani, cubani, andalusi) fino a dare vita a quello che oggi riconosciamo come tango. 

Fino alla fine del 1800 il tango rimane una voce tramandata, non essendovi partiture ufficiali scritte, probabilmente a causa del fatto che originariamente le interpretazioni fossero libere ed eseguite su melodie esistenti di generi musicali più diffusi, oltre alla scarsa cultura in tema di trascrizione musicale che caratterizzava il periodo e soprattutto i luoghi dove il tango prendeva forma. Durante il periodo della guerra mondiale si sviluppa una forte opposizione verso quella forma di espressione troppo libera e spesso eccessivamente sensuale, oltre che sentimentale, soprattutto da parte della Chiesa e da Guglielmo II di Germania, che ne proibìsce la pratica a tutti gli uomini in uniforme.

I primi cantanti di cui si ha notizia nel primo decennio del 1900 sono, tra gli altri, Lola Membrives, Linda Thelma y Ángel Villoldo. In quel periodo molti altri cantanti sono ben più dediti a stili nazionali, zambas e chacareras.

Gli anni '20 e '30 vedono invece l'espansione di questo gener musicale, interpretato magistralmente in quegli anni dalla voce di Carlos Gardel, il cantante di tango maggiormente ricordato ai giorni nostri, che dai sobborghi di Buenos Aires porta la musica portegna fino a Parigi e New York, oltre che in Europa dove ha occasione di girare molte diverse  cinematografiche. Dopo la sua morte, causata da un'incidente aereo, diventa una vera e propria leggenda. Siamo nella prima epoca del tango, caratterizzata da pezzi indimenticati, come La cumparsita, El choclo, Caminito, El día que me quieras, Por una cabeza.

La nuova guardia

Musicisti di eccezionale calibro come Juan Carlos Cobián, Pascual Contursi, Juan D´Arienzo, Julio De Caro, Osvaldo Fresedo e cantanti come Sofía Bozán, Ignacio Corsini, Enrique Maciel, Agustín Magaldi, Rosa Quiroga, caratterizzano gli anni '40 della storia del tango. Questo momento storico è particolarmente florido sotto il punto di vista della produzione musicale e viene ribattezzato "Nuova Guardia" del tango. Molti degli artisti più famosi discendono da immigrati italiani, come Osvaldo Pugliese (soprannominato "il Santo del Tango").
Questi rappresentano anni d'oro per questo genere musicale, interpretato già in locali notturni, la cui atmosfera nutre a sua volta i parolieri, che nei loro versi contrappongono il lusso dei cabaret e gli eccessi della vita notturna di periferia.

Importanti orchestre, come quelle di Juan D'Arienzo (1900-1976), Carlos Di Sarli (1903-1960), Osvaldo Pugliese (1905-1995), Aníbal Troilo (1914-1975), Horacio Salgán (1916-), Ángel d'Agostino o Miguel Caló si esibiscono in quegli anni, dando grande impulso all'industria discografica argentina, mentre grandi interpreti e autori si avvicendano regalando al tango opere indimenticabili.

Gli anni '60 e '70

Dalla fine degli anni '50 nuove correnti innovative iniziano ad emergere negli ambieenti tangueri. Artisti come Mariano Mores e Aníbal Troilo iniziano a sperimentare e proporre nuove sonorità e nuovi temi. Ma l'innovatore indiscusso del tango è Astor Piazzolla. Egli alterna serate di musica classica al teatro Colón  a notti di tango e a performance come bandoneonista e arrangiatore dell'orchestra di Anibal Troilo. Operando una fusione tra diverse influenze, Piazzolla introduce nel tango delle armonie dissonanti ed intense basi ritmiche. Il risultato è una trasformazione radicale del genere, che produce forti attriti tra i tradizionalisti e gli innovatori, tanto da mettere in discussione in quelle note l'identità dello stesso tango. Piazzolla dà vita, insieme ad Horacio Ferrer, ad importanti opere, come le sue Quattro stagioni portegne (Verano porteño, Otoño porteño, Invierno porteño e Primavera porteña), la serie dell'Angelo (tra cui la Milonga del ángel e La muerte del ángel), Libertango, Decarísimo e soprattutto Adiós Nonino. Introduce nelle orchestre di tango strumenti innovativi mai utilizzati, come chitarra elettrica, basso elettrico, tastiera, batteria e sassofono, dando spazio a contaminazioni jazz.

Oltre a Piazzolla, i due decenni di rinnovamento sono caratterizzati dal contributo di altri autori ed interpreti di grande rilievo, come Eladia Blázquez, Chico Novarro, Cacho Castaña, el Sexteto Tango, el octeto coral Buenos Aires, Osvaldo Berlingieri con Ernesto Baffa, Susana Rinaldi.
In questi due decenni il tango argentino è oggetto di scontro generazionale, in contrapposizione con la forte tendenza dei giovani verso il rock. Il tango rappresenta in qualche maniera una musica per vecchi, etichetta che genera un deciso calo del genere musicale.

Gli anni '80 e successivi

Nel 1983 debutta a Parigi uno spettacolo di tango argentino, ideato e diretto da Claudio Segovia e Héctor Orezzoli, con la coreografia di Juan Carlos Copes, con la partecipazione di ballerini come lo stesso Copes, Maria Nieves, Gloria e Rodolfo Dinzel, Pablo Veron, Miguel Zotto e Milena Plebs e Virulazo ed Elvira. Il lavoro viene portato nel 1985 a Broadway (New York), ottenendo un clamoroso successo che segna la rinascita del tango mondiale.

Negli anni a seguire dall'operato di Piazzolla si assiste ad un fenomeno di acculturazione globale con conseguente fusione musicale del tango con il jazz, rock, heavy metal e la musica elettronica, con esempi come Bajofondo Tango Club, Idealtango, Narcotango, Gotan Project e Tanghetto. Ad essi si aggiungsero orchestre che intendono recuperare e reinterpretare il tango con i nuovi codici, tra cui Stabs evidenzia, Il Bordones, Altertango, Alfredo Piro e Cantiere. A partire dagli anni '90 molti artisti nazionali ed internazionali si affaciano al mondo del tango, rivolgendo ad esso le proprie sperimentazioni ed ispirazioni moderne.

La giovane guardia

Negli anni '90 nasce un nuovo movimento chiamato "La Giovane Guardia", una generazione di artisti con l'obiettivo di fare una sintesi di un'intera epoca di tango. Il suo repertorio attraversa brani degli anni '30, '40, '50 e moderni. E 'caratterizzata dal defintivo abbandono di antiche rivalità e controversie a favore di una maggiore integrazione per una nuova rinascita del tango. Alcuni dei principali esponenti: Ariel Ardit, Lidia Borda, Schissi Diego, Cristian Zárate, Horacio Romo, Pablo Agri, Hernan Genovese, Viviana Scarlassa, Noelia Moncada, Pablo Mainetti, Orquesta Tipica Fernandez Fierro Orchestra, The Boot, Lautaro ed Emiliano Greco, Esteban Riera, Hernán  Castiello, cinese Laborde, Rascasuelos, Tangocontempo, Sonia e Hernan Posetti.